A tutti i presenti alla cerimonia di consegna del Premio Prezzolini verrà dato in omaggio il libro, edito da Polistampa “Giuseppe Prezzolini un uomo libero”. Ecco l’introduzione al volume a firma del Presidente di Fondazione Biblioteche Aureliano Benedetti:

Nel 1982, all’età di 100 anni e cinque mesi, moriva a Lugano Giuseppe Prezzolini che per più di ottanta anni con i suoi scritti ed il suo comporta- mento aveva dato esempio di coerenza morale ed intellettuale in un periodo storico in cui l’Italia aveva subito una tragica deriva; infatti, come mai negli ultimi secoli e a pochi decenni dall’unità, erano accaduti eventi quali la Prima Guerra Mondiale, la dittatura, la Seconda Guerra Mondiale, la disfatta, la Guerra tra Potenze straniere sul suo territorio, la Guerra civile e poi con la costituzione della Repubblica, una faticosa ripresa ancora oggi tormentata.

E Prezzolini che si definiva “anarchico conservatore” in tutto questo tempo aveva continuato a professare i suoi ideali di libertà nella verità.

Prezzolini aveva fondato e diretto con Giovanni Papini fin dai primi anni del secolo scorso la rivista “Il Leonardo” poi oltre ad altre iniziative letterarie aveva fondato e diretto il giornale “La Voce”, esempio massimo, nella storia del giornalismo italiano, di giornale palestra di altissima cultura, che aveva come programma l’elevazione culturale degli italiani e sul quale scrissero personalità quali Amendola, Croce, Einaudi, Gentile, Gobetti, Murri, Papini, Salvemini ed altri. Personalità con le quali Prezzolini continuò a tenere intensi rapporti anche quando, constatata la effettiva natura del fascismo, non essendo disponibile a compromessi, si trasferì nel 1925 a Parigi e poi nel 1930 a New York dove tenne per trent’anni la cattedra di letteratura ita- liana alla Columbia University, con la quale fece conoscere agli americani la nostra cultura.

Nel 1971 a Giuseppe Prezzolini, ormai novantenne, da tempo tornato in Italia dopo la trentennale esperienza americana, l’editore Rusconi chiese di ”adunare” in un “libretto” quello che aveva varie volte scritto per difendere la malfamata parola di “conservatore”.

Prezzolini che aveva già scritto libri, migliaia di articoli e saggi su tanti argomenti e specialmente sul suo pensiero politico accettò subito e scrisse “Il Manifesto dei Conservatori” da anarchico conservatore come si era in precedenza definito “essendo sempre stato, fin da giovanissimo, d’accordo con le minoranze e spesse volte quindi diventato critico della democrazia”.

Pertanto scrisse cinquantatré principi del pensiero conservatore, tre dei quali vengono qui trascritti (con alcune parole in corsivo come nel testo) per invitare il lettore a leggere anche gli altri e per ricordare il modo di essere di Prezzolini, libero nel pensiero e nel comportamento:

“Il Vero Conservatore non è contrario alle novità perché nuove, ma non scambia l’ignoranza degli innovatori per novità”.

“Il Vero Conservatore accetta la necessità di cambiamenti politici, poiché la storia è cambiamento continuo; ma vuole che il “cambiamento avvenga con prudenza, con calma, con successivi e tempestivi gradi”.

“Il Vero Conservatore sa che la fonte maggiore del rispetto sociale è l’auto- rità, che l’esempio vale più dei discorsi; e quindi cercherà di essere un cam- pione, insieme con la propria famiglia, delle virtù che fanno generalmente guadagnare l’autorità: ossia il compimento dei propri doveri, l’onestà perso- nale, la capacità di giudizio non partigiano, il mantenimento della parola data, la specchiatezza dei costumi, la coerenza dell’azione con il pensiero, la modestia nella vita sociale”.

Dai principi scritti da Prezzolini nel libro “Il Manifesto dei Conservatori” è passato più di mezzo secolo, eppure alcuni di questi sembrano scritti oggi. Nella lingua spagnola una persona come Prezzolini, che fece della coe-

renza il suo sistema di vita, sarebbe definita “un hombre vertical”.
La Cassa di Risparmio di Firenze, che nel 1983 aveva ricevuto in dono dal Pittore Luciano Guarnieri, amico intimo di Prezzolini, una serie di acque- relli, che lo raffigurano mentre lavora alla sua scrivania, dipinti a Lugano poco prima della sua scomparsa, volle istituire nel nome di Prezzolini un Premio che dal 1984 con ricorrenza biennale veniva assegnato contempo- raneamente ad un grande intellettuale e ad un esperto artigiano che, nello spirito di Prezzolini, avessero sempre perseguito la ricerca della verità nella libertà di pensiero e di comportamento.
Il Premio Prezzolini cessò nel 2003, per la scomparsa nel tempo degli amici di Prezzolini che l’avevano sostenuto.
Frattanto nasceva la Fondazione Biblioteche Cassa Risparmio Firenze, per continuare gli scopi culturali della Cassa di Risparmio di Firenze, poi incorporata in Intesa Sanpaolo S.p.A., e per mettere il suo immenso patrimonio librario, tra cui anche tutto il pubblicato del giornale “La Voce”, a disposizione degli studiosi e dei giovani desiderosi di indagare sui documenti della storia d’Italia.

Peraltro quando la storia propone momenti di particolare delicatezza con segnali di crisi della democrazia, come sta avvenendo in alcuni Paesi d’Europa e d’America con contingenti gravi focolai di guerra che perdurano pericolosamente da anni ai confini dell’Europa, i contemporanei che vivono in questi momenti sono generalmente distratti ed insensibili a tali segnali che potrebbero produrre invece ulteriori loro irrevocabili drammatici eventi, come tante altre volte è avvenuto nel lungo cammino della storia.

Soltanto i posteri possono constatare i disastri causati da tale disattenzione ed allora si procede all’analisi di tali eventi ormai accaduti.

Però uomini liberi e consapevoli di tali fenomeni della storia, possono essere di esempio per avvertire ed aiutare a contrastare tali possibili acca- dimenti.

Oggi pertanto, dopo altri venti anni, la Fondazione Biblioteche ricordando un uomo che ha sempre professato ideali di libertà nella verità, antidoto a fenomeni di assolutismo e insofferente di crisi della democrazia, ripropone il Premio Prezzolini secondo i principi che a suo tempo si era data la Cassa di Risparmio di Firenze e presenta questo volume che raccoglie scritti di Francesco Perfetti, Presidente della Giunta Storica Nazionale e Presidente della Commissione del Premio Prezzolini, di Augusto Del Noce, filosofo del ’900, di Cosimo Ceccuti, già docente di storia contemporanea e Presi- dente della Fondazione Spadolini “Nuova Antologia” e di Giovanni Spadolini, storico che fu Presidente del Senato e amico di Prezzolini.

Infine in appendice sono riportati, con una introduzione di Giovanni Spa- dolini, due scritti di Giuseppe Prezzolini sui Fiorentini e sulla Firenze della sua epoca; sono riportati poi con commento di Francesco Perfetti anche altri tre scritti di Prezzolini “San Francesco Il Santo della libertà ….” e “Il Futurismo ed il Fascismo”, tratti dal libro “The legacy of Italy” pubblicato dall‘Editore Vanni nel 1948 a New York e tradotto in italiano nel 1958 dal- l’Editore Vallecchi e la prefazione al libro “Ricordi Politici e Civili” di Francesco Guicciardini, pubblicato dall’Editore Longanesi nel 1951.

Da questo libro, pubblicato specialmente per i giovani, il lettore potrà documentarsi sulla eccezionale figura di Giuseppe Prezzolini, un uomo libero, scomodo, non allineato, un inconsueto grande italiano.